CLAUDIO – RISTORANTE

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Progetto: Interior Design
Tipologia: Ristorante
Dove: Emilia Romagna – Italia

“Ti porto a cena con me” titola una canzone di Giusy Ferreri “Ti porto a cena perché… vorrei che tu mi togliessi il fiato” continua la cantante… beh noi non abbiamo la pretesa di togliervi il fiato, non me la sento di definirci artisti tanto grandi, ma siamo sicuri che vi troverete bene da Claudio, il primo ristorante che porta la firma di MorE Building Design (altre volte singolarmente abbiamo affrontato il tema, ma è la prima volta che lo facciamo come team MorE) e la cosa che più mi ha appassionato di questo progetto, è stato poterci mettere dentro un’infinità di idee, curando ogni particolare, ogni scorcio con attenzione, riuscendo a creare qualcosa di armonioso nonostante la necessità di dover mantenere alcuni elementi preesistenti e non trascurabili come il pavimento ed il soffitto in travi di legno scure e rispettare il budget, frutto di un ragionato business plan.

E’ stata una bella sfida in cui la cosa che ci rende più felici del risultato è la soddisfazione del titolare, il Sig. Claudio, che come ha sempre detto fin dall’inizio, ci vuole mettere la faccia nel suo progetto di ristorante, quasi come se invitasse i clienti a casa sua. Beh noi l’abbiamo messa insieme a lui, cercando di interpretare il suo gusto, perché credo che il compito di un progettista sia proprio questo: concretizzare le idee e la filosofia del committente.

Io ed Enrico non amiamo molto trasformare il nostro lavoro in un’occasione per mettere la nostra firma a caratteri cubitali. Ci sembrerebbe di indossare quelle volgari mutande con l’elastico griffato che tutti portano facendo pubblicità alle case di moda.

Grandi per grandi, credo che i progettisti, se una firma vogliono lasciarla, debba essere la caratteristica di saper ogni volta interpretare le idee del cliente, reinventando la loro visione per ogni singolo progetto, sapendo cercare il bello in ogni stile: questa sarà la nostra firma! Per noi ogni progetto architettonico, ogni interior design deve nascere dalla testa del cliente e noi dobbiamo tradurre al meglio le sue idee, mettendogli a disposizione le nostre conoscenze, il nostro gusto e la nostra creatività.

Per il resto vi invitiamo da Claudio a cena, sicuri che il titolare non sarà dispiaciuto del fatto di esserci presi la libertà di suggerirvelo e tra una pietanza e l’altra vi invitiamo ad osservare le foto in bianco e nero appese alle pareti, scatti miei (profilo flickr) e di Giorgio Mariotti, amico che condivide con me la passione per la fotografia. Io e lui non smetteremo mai di ringraziare Claudio per aver scelto le nostro foto come parte integrante dell’ambiente! Infine vi ricordiamo di prendere un biglietto da visita del ristorante, risultato del lavoro della nostra Divisione Grafica ed in particolare di Lorenzo, il nostro Senior Graphic Designer che dall’alto dei suoi 23 anni di saggezza e professionalità non smetterà mai di stupirci.

Buon Appetito!

CREDITS

Interior Design – MorE Building Design – enrico e matteo

Stampa Fotografie su pannello rigido – BT&C laboratorio trattamento delle immagini – fabio

Fotografie del Post – Giorgio Mariotti e Matteo Pignagnoli

Biglietti da Visita – MorE Building Design – lorenzo

Fornitura Mobili – Arreda e Progetta – alberto

Tutto il Resto – claudio

Palazzo degli Abati Commendatari

Abbazia Campagnola Emilia

 

Abbazia Campagnola Emilia 01

Non mi andava tanto di scrivere questo post, anche se ultimamente ho trascurato il blog, più che altro perché parla si di una nostra referenza, ma i lavori non sono ancora terminati. Ho scritto però un articolo a riguardo per un giornale locale e quindi ho pensato che sarebbe stato interessante condividerlo anche con i miei lettori. Chissà che a qualcuno, anche lontano, venga voglia di visitare Campagnola Emilia in provincia di Reggio Emilia e quella che tutti chiamano Abbazia. Poi se la redazione della rivista area ha intitolato il numero 139 “under construction direi che posso tranquillamente parlare di un nostro lavoro ancora in corso.

L’edificio in questione, in seguito al sisma del maggio 2012, ha subito alcuni danni importanti e per fortuna si è deciso di intervenire per salvare questa testimonianza del passato, anche e soprattutto grazie al contributo per la ricostruzione della Regione Emilia-Romagna.

Vediamo allora più in dettaglio cosa riporterà questo complesso a nuova vita, partendo dalla sua storia, in realtà non troppo chiara.
Sono state fatte delle indagini che hanno accertato che il “Palazzo degli Abati Commendatari” (questa la denominazione corretta che va data all’edificio, che per tutti i campagnolesi è detto Abbazia) è stato realizzato in un unico intervento, infatti non sono presenti segni di aggiunte significative in tempi successivi, almeno per quanto riguarda la sua volumetria e conformazione.
Non sono stati rilevati affreschi di pregio, neanche nelle stratigrafie sottostanti gli intonaci esistenti, che sono comunque di ottima fattura.
La storia racconta che la struttura sia stata costruita smantellando la chiesa di cui la parte esistente, che si trova a fianco, dovrebbe essere parte delle navate laterali. In realtà come ha precisato l’Arch. Enrico Vincenzi, responsabile del settore Assetto ed Uso del Territorio del comune di Campagnola Emilia, questo non corrisponde alla realtà. I materiali utilizzati per il Palazzo degli Abati Commendatari infatti dimostrano il contrario. La chiesa dovrebbe risalire al 1200, mentre la costruzione della Palazzina dell’Abbazia (altro appellativo utilizzato nel gergo popolare per indicare l’edificio) non avviene prima del 1700.
Un altro dato interessante da riportare è la posizione dell’edificio, che sembrerebbe trovarsi nel punto più alto di quella che in passato era una zona paludosa.
Il Palazzo degli Abati Commendatari è giunto fino ai giorni nostri ed attualmente viene utilizzato al piano terra come ricovero attrezzi agricoli ed il catasto riporta, come ultima destinazione d’uso del piano primo, quella residenziale (l’immobile è di proprietà privata).

Al di la di questi pochi cenni storici, che per chi non conosce la minuscola Campagnola Emilia, hanno poco significato, vediamo quali interventi saranno realizzati.
I lavori, realizzati dalla Società Cattolica di Reggio Emilia, hanno la finalità di reintegrare la funzionalità statica, migliorandone il livello di sicurezza sismico e ripristinando l’integrità di alcune strutture che avevano subito dei danni, come detto poc’anzi, in seguito al sisma del 2012. Pur non essendo l’edificio soggetto a vincolo della Sovrintendenza, gli interventi in progetto di consolidamento e ripristino delle finiture, sono comunque stati pensati come un intervento di restauro conservativo che mantiene quindi caratteristiche tipologiche dei materiali e distributive preesistenti.
Dal punto di vista architettonico quindi l’edificio viene riportato al suo stato originario, eliminando le rare supperfettazioni successive al momento della costruzione.
Gli interventi strutturali, volti alla messa in sicurezza, si basano sui principi della reversibilità (possibilità di essere eliminati in parte), riconoscibilità (interventi quindi che si mostrano come tali e per la loro funzione, senza volersi camuffare con le parti storiche, con il rischio di snaturare l’organicità dell’edificio storico) e del rispetto dei materiali originari.
Senza pretese di completezza e senza entrare nel dettaglio tecnico, che sarebbe di difficile comprensione, e vi annoierebbe a morte, elenchiamo di seguito i principali interventi in atto e da attuare sull’immobile:

  • Consolidamento delle fondazioni che consiste nell’allargamento della base d’appoggio delle stesse, per aumentarne la portanza;
  • Intervento di “cuci e scuci” sulle murature: in corrispondenza di zone di muratura fortemente degradate e/o lesionate, vengono estratti uno ad uno i mattoni danneggiati (per esempio rotti dal passaggio di una crepa) per essere sostituiti da mattoni analoghi ma integri, con conseguente riempimento delle fughe tra gli stessi (giunti di malta) di malta a base calce (per rispettare i materiali originali).
  • Un intervento simile al “cuci e scuci” sulle murature viene realizzato anche sugli elementi decorativi come cornicioni e davanzali.
  • Al piano terra per migliorare la reazione della muratura agli eventi sismici (comportamento dinamico) la stessa sarà intonacata con intonaco strutturale fibrorinforzato a base calce, privo di materiali sintetici, e armato con rete d’acciaio speciale (acciaio armonico).
  • Le volte del primo solaio (pavimento del piano primo) verranno consolidate, per aumentarne la portanza, tramite la realizzazione di una cappa armata, mentre le volte del secondo orizzontamento (soffitto piano primo) verranno consolidate da sotto (all’intradosso) per mantenere al piano superiore (sottotetto) la visibilità della struttura originale. Questa scelta non permetterà l’utilizzo del piano sottotetto come superficie calpestabile, ma tramite un sistema di passerelle in acciaio e legno sarà possibile ammirarne la conformazione (questa scelta è stata fatta per possibili, futuri scopi didattici).
  • La copertura, la quale presenta uno stato di degrado importante, verrà completamente riqualificata sempre nel rispetto dei materiali e delle geometrie. In pratica verrà smontata e solo in quel momento verranno analizzate le travi esistenti secondo tre criteri: le più danneggiate e non recuperabili saranno sostituite da travi in essenza analoga e riposizionate come in origine; quelle danneggiate in parte ma recuperabili, verranno riparate e riutilizzate; le travi invece in perfette condizioni di conservazione saranno riposizionate esattamente dov’erano. L’intervento in ogni caso non modificherà lo schema delle orditure primaria, secondaria e minuta (saranno quindi mantenute invariate le distanze e le dimensioni della struttura originale).
  • La pavimentazione interna originale del piano terra purtroppo non è recuperabile per l’avanzato stato di degrado, ma sarà sostituita da analoga finitura in cotto. Quella al piano primo invece sarà per la maggior parte recuperata.

Un ultimo aspetto che vogliamo sottolineare è il rispetto ed il ripristino come da disegno originale, di tutte le modanature e di tutti i fregi rilevati nello stato pre intervento.

I lavori, appena iniziati dovrebbero avere una durata che andrà oltre l’anno, per la complessità e la delicatezza delle lavorazioni.

Spero di non avervi annoiato e mi riprometto di farvi sapere quando i lavori saranno ultimati, perché quasi sicuramente, anche con l’aiuto del Comune di Campagnola Emilia, verranno organizzate delle visite, dedicate agli amanti degli edifici storici.