Avete detto Bombe d’Acqua?

In questi giorni sul web si è letto del problema delle fogne, andate in crisi a causa delle famigerate “Bombe d’Acqua”, e del fatto che il Comune di Rimini in particolare, abbia dovuto rilasciare in mare, prima del necessario periodo di decantazione, una grossa quantità di liquami interrompendo la possibilità di balneare, per la presenza di una carica batterica, dovuta ai liquami stessi, pericolosa per la salute.

Giusto qualche settimana fa sono stato in Germania per lavoro ed ho visitato un’azienda (cito questa perché ho avuto la possibilità di vederla da vicino e di analizzare dal punto di vista tecnico i loro prodotti per questioni di lavoro) la KESSEL, che produce una serie di sistemi che sarebbero utilissimi per risolvere almeno in parte questi problemi e molti altri, legati alla gestione delle acque reflue ed alla salvaguardia di una risorsa preziosa come quella idrica.

Cosa si può fare per proteggere i nostri mari e questa risorsa limitata?

Consumare meno è sicuramente il primo passo e ci sono mille modi per farlo. Guide interessanti sull’argomento si trovano ovunque, come ad esempio quella di ENEA.

Come leggerete uno dei più interessanti è il recupero delle acque piovane che possono essere riutilizzate per moltissimi usi, tra cui i più comuni: irrigazione, lavaggio auto, cassette di risciacquo WC. L’altro aspetto utile dei sistemi di recupero acque piovane, CHE DEVONO ESSERE DIMENSIONATI CORRETTAMENTE (altrimenti non servono quasi a niente) è quello di fornire una “valvola di sfogo” un polmone per accogliere le acque in caso di eventi metereologici eccezionali, non sovraccaricando la rete fognaria. Quando piove più del normale tutta l’acqua corre velocemente (anche a causa della diffusa cementificazione del territorio) in fogna e la stessa non ha le dimensioni necessarie ad accogliere tutta quella portata d’acqua, risultato: scantinati, strade, sottopassi, ecc. ecc. allagati. Se tutti i numerosi nuovi comparti edilizi, sorti negli ultimi 15 anni fossero dotati di questo sistema, sicuramente avremmo meno problemi. Le cisterne interrate che compongono un sistema di recupero acque piovane, potrebbero accogliere l’acqua in eccesso, che poi sarebbe rilasciata in fogna o nell’ambiente lentamente durante i giorni successivi attraverso gli utilizzi che abbiamo citato sopra.

Non stiamo parlando quindi solamente di spirito ecologico e di risparmio idrico, ma di una strategia per evitare disagi, ormai molto diffusi.

Durante la mia visita in KESSEL abbiamo parlato anche di altri due prodotti in particolare che vanno invece nella direzione di salvaguardare  l’ambiente:

I primi sono sistemi in cui scaricare le acque nere (quelle dei WC per intenderci) che servendosi della decantazione e dell’ossigenazione delle masse d’acque luride, permettono la decomposizione del materiale solido. Pensate che l’acqua che ne esce può essere usata in alcuni sistemi di irrigazione (impianti di subirrigazione – oppure reimmesse in fogna, ma con un grado di purezza molto più elevato, rispetto ad una normale fossa settica. Va comunque detto che queste acque hanno una carica batterica più elevata dell’acqua potabile e quindi non si possono utilizzare per altri tipi di irrigazione in cui animali o umani possano andare in contatto diretto con l’acqua).

I secondi invece sono sistemi che proteggono le reti idriche dai reflui delle lavorazioni di attività commerciali in cui si producono oli, grassi, amidi, ecc. ecc.

L’altro aspetto di cui parlare sarebbe quello normativo. Non voglio addentrarmici, sia perché non credo di conoscerla così a fondo e secondo perché allora potremmo accorgerci che come spesso accade nel nostro paese il quadro normativo esiste ma è stato disatteso, nel frattempo però vi invito a dare un’occhiata al sito KESSEL, in cui è spiegato molto meglio di quanto potrò mai fare io quanto vi ho solamene accennato (all’interno del MENU -> SERVIZIO c’è una sezione video che in un attimo chiarisce ogni dubbio).

Sempre in KESSEL ho toccato con mano soluzioni che permettono di evitare il disagio dovuto ad un allagamento di uno scantinato o di un’autorimessa interrata in modo molto più immediato. Sto parlando nello specifico di sistemi di sollevamento acque che le portano all’esterno in modo che non possano rientrare e valvole che impediscono il ritorno dalla fogna verso gli edifici di masse d’acqua (quante volte avete visto l’acqua sgorgare dalla piletta di scarico del vostro garage?!).

Questo articolo non vuole fare pubblicità all’azienda in se, ne trovate molte sul mercato (anche se da tecnico ammetto la validità delle loro soluzioni) ma solamente farvi porre l’attenzione su un mondo di soluzioni che pochissimi conoscono, ma che potrebbero dare una mano a tutto il territorio. Poi come sempre spero che tra i miei lettori ce ne sia qualcuno che possa farsi portavoce di questi aspetti presso le istituzioni.

Concludo ricordando a tutti quanto l’acqua sia fondamentale per la nostra vita e quanto sia complesso ripristinare questa risorsa una volta che l’abbiamo compromessa. Risparmiare energia è più semplice e più immediato, in 20 giorni e con qualche migliaio di euro possiamo isolare un’abitazione portandola a consumi ridotti di 5, 6, 7 volte, ma ripristinare l’ecosistema di un fiume, di un tratto di mare, quello richiede decenni. Possiamo immaginarci tutti di poter vivere in caso di emergenza tenendo il riscaldamento spento, ma non possiamo vivere senza bere acqua.