Alla ricerca del design, in uno spremiagrumi

È un venerdì, uno a caso, ma differente dagli altri, poiché pur essendo un venerdì ed essendo le 8 di mattina sono nella mia cucina e non in ufficio o presso uno dei cantieri che sto seguendo. È strano, molto inusuale e proprio per questo provo quella sensazione tipica di quando a 15 anni salivo non sul solito autobus diretto verso la cittadina in cui aveva sede il liceo che frequentavo, ma su quello diretto in città. Quando scendevo dall’autobus e davanti a me si dispiegavano le vie del centro, avevo già chiaro in testa il programma, che era esattamente contrario rispetto alla routine solita dei normali giorni di scuola. Questo semplice gesto mi faceva sentire libero, alternativo, grande e mi liberava dall’oppressione di un periodo che mi aveva schiacciato sotto quello che allora era un peso: compiti in classe, interrogazioni, rapporti con i coetanei, stravolgimenti causati da desideri tanto intensi quanto irrealizzabili.
In questo venerdì sono nella mia cucina e ho tutto il tempo per fare ciò che normalmente, se la frenesia del lavoro moderno si può considerare normalità, non posso, non voglio e non riesco a fare. Come da adolescente ho ben chiaro il programma nella mia testa è tutto inizia dal mio Spremiagrumi e dalla cesta di arance e mandarini che ho nel frigorifero. Qui però devo fare un passo indietro e raccontarvi del legame tra me ed il mio Spremiagrumi.
Dopo essermi laureato ho lasciato la casa di mamma e mentre nel mio appartamento molto seventies svuotavo gli scatoloni con la “dote”, composta da una miriade di oggetti dal design discutibile, raccolti in anni ed anni di promozioni Coop, Conad, Sigma e Despar, trovai lui, il Mio Spremiagrumi. Era semplice, con pochi fronzoli, e di un verde acido abbastanza caldo da non provocare ricordi di ospedali o vecchi ambulatori medici ricoperti di linoleum. Era elettrico, con una fessura ed un incavo sotto la base che permetteva di nascondere ogni volta il cavo, il quale scompariva e permetteva di riporre lo Spremiagrumi in qualsiasi pensile senza che ingombrasse più del dovuto, con cavi penzoloni e pronti ad impigliarsi ovunque. Un tipo discreto insomma il Mio Spremiagrumi. Iniziò così quindi la bellissima amicizia tra noi due. Io però da vero egoista qualche giorno prima di questo venerdì ho commesso un errore imperdonabile.
A causa dell’eccesso di propensione alla pianificazione, che il mio lavoro ha tatuato nel mio cervello, ho pensato che in effetti dopo tanti anni sarebbe potuto capitare che il Mio Spremiagrumi smettesse di funzionare ed essendo il Mio unico Spremiagrumi avrei rischiato di rovinare qualche sabato o domenica mattina senza alto strumento per farmi una spremuta di agrumi misti. Quindi molto candidamente ho pensato: <<Potrei cercare con calma un bel spremiagrumi nuovo, mi piacerebbe però fosse un oggetto con un design adatto alla mia cucina, in modo da poterlo tenere sul bancone, sempre pronto all’uso>>. Stupido, stupido, stupido!
Risultato?
Torniamo a questo venerdì fatidico, torniamo nella mia cucina ed allo stato d’animo da ragazzino pronto a saltare la scuola per una mattinata in città, tra vetrine, librerie, bar e fumetti ed alla spremuta che mi sto per fare. Torniamo lì per scoprire come il Mio Spremiagrumi abbia deciso di smettere di funzionare! Dopo tanti anni di onorato servizio, alcun segno di cedimento, se non qualche crepa sottile come un capello di fata, ha smesso di funzionare! Proprio in questo venerdì perfetto, proprio prima di partire per il lago, con la bicicletta già oliata e la valigia fatta.
Nooooooooooooooo!
No, no e no! E adesso? Adesso sono qui che navigo come un marinaio alle prime armi sul web per trovare un sostituto del Mio Vecchio Spremiagrumi ed oltre a non trovare niente di vagamente paragonabile ad uno spremiagrumi con un design interessante, mi mordo le dita: non dovevo pensare di sostituirlo, lui, come tutti gli oggetti elettronici dotati di vita propria e di sentimenti umani, mi ha abbandonato, si è sentito messo da parte e ha deciso di non parlarmi più, si è chiuso in se stesso con un ultimo breve messaggio, un rumore sordo, uno schiocco secco, come a dire: <<Fattela da solo la spremuta di agrumi misti, ingrato>>.
Che dire sono un pirla, e lo sapevo che con gli elettrodomestici non si scherza. Comunque ora devo scegliere il mio Nuovo Spremiagrumi.
Mettiamo da parte i sentimentalismi e concentriamoci sul design e le funzionalità’. La mia cucina ha uno stile vagamente anni ’70, un periodo durante il quale l’industrial design italiano, a mio modesto parere, ha regalato grandi emozioni, quindi, giusto in memoria del mio vecchio amico, cercherei qualcosa con quello stile. Parlando di funzionalità vorrei fosse veloce da pulire e privo di strani orpelli tipo sette velocità, ionizzatori per depurare la spremuta, ecc. ecc.
Boh, non resta che mettersi a cercare in rete con più impegno…
Quelli moderni sembrano delle astronavi aliene, e mi annoiano. C’è quello famosissimo di Alessi, che con tutto l’impegno del mondo fatico ad immaginare pratico: come lo tengo fermo mentre spremo un arancio? Non so perché ma mi da l’idea di essere più un soprammobile che uno spremiagrumi. Ho guardato alcune cose di Bialetti.,che devo ammettere ha cercato di realizzare delle forme pulite, su dispositivi elettrici, ma sinceramente non mi convincono. Ho visto qualcosa che possiamo definire onesto di Excelsa, ma il colore non si sposa con il resto della mia cucina. Quindi il succo del discorso, è proprio il caso di dirlo, è semplice: continuerò a guardarmi intorno, spulciando nei negozi, tenendo gli occhi aperti, perché non c’è cosa più bella che avere in mente un’idea per la propria casa e portarla con se, quando si viaggia, quando si perde semplicemente tempo lungo una via popolata di negozi, per poi scoprire quasi per caso di aver trovato lo strumento per realizzarla. Aspetterò quindi di trovare l’oggetto giusto, con calma, per una volta senza fretta, proprio come nel mio venerdì, nella mia cucina, anche perché ormai è primavera e gli agrumi sono un frutto invernale.

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